Buongiorno!

Dato che qui sul blog questo è il mese del rosa, non potevo che dedicare la Storia di Fashion di oggi alla persona che ne ha inventata una tonalità: mi riferisco ad Elsa Schiaparelli e al rosa shocking.

Ma partiamo dal principio…

Elsa nasce a Roma, il 10 settembre del 1890. Sua madre è una nobildonna napoletana, suo padre un professore universitario di origini piemontesi, tutta la famiglia è costellata di professionisti eccelsi e rinomati.

Da ragazza studia filosofia nell’intento di diventare poetessa, ambizione però ostacolata dai genitori. Nel 1913 si trasferisce a Londra dove conosce il futuro marito, il conte e teosofo William de Wendt de Kerlor. Da Londra i due volano dapprima a Nizza, per poi riparare a New York durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1920 nasce la loro prima e unica figlia: appena due anni dopo, infatti, Elsa e William divorzieranno.

Negli Stati Uniti la futura stilista inizia ad interessarsi al commercio delle opere d’arte, professione che le permette di guadagnare dei soldi e conoscere grandi personalità del panorama artistico del tempo, come Picabia, Man Ray e Duchamp.

Tornata in Europa con la figlia, si stabilisce a Parigi, dove inevitabilmente inizia ad interessarsi alla moda. Esordisce nel campo in qualità di allieva di Paul Poiret. Nel 1925 è già stilista per Maison Lambal; nel 1927 si mette in proprio, utilizzando il suo appartamento in rue de Seine come atelier.

“Un abito non è solo stoffa: un abito è un pensiero”, afferma.

Dalle prime creazioni in maglia, presto Elsa Schiaparelli passa a realizzare abiti e accessori di tutti i tipi, sperimentando con colori, materiali, tessuti, forme e fantasie; e accogliendo nella sua cerchia molti artisti con cui collaborare. Su tutti, spicca Salvador Dalì.

Nel nuovo atelier situato in place Vendôme, Schiaparelli e Dalì danno vita a tailleur neri con tasche a forma di bocche femminili, borse nere in velluto a foggia di telefono con i dischi ricamati in oro, leggiadri abiti da sera con dipinte gigantesche aragoste, cappelli a forma di scarpa.

Non stupisce che Coco Chanel non la veda di buon occhio: Elsa Schiaparelli promulga un pensiero originale e controcorrente, all’opposto di quel che professano i grandi couturier del tempo: “Non bisogna assolutamente adattare il vestito al corpo”, sostiene, “ma fare in modo che il corpo si adatti all’abito”.

L’abito come opera d’arte, l’abito che viene prima della persona che lo indossa, poiché è proprio lui a renderla speciale.

E il rosa shocking?

Debutta nel 1937, sul packaging del profumo Shocking!, da cui prende il nome.

Il nuovo colore viene definito “luminoso, impossibile, sfacciato, inappropriato, vivificante”, ed è frutto di una lunga ricerca che la stilista porta avanti per il lancio del suo primo profumo: vuole “un rosa con la forza del rosso”, ed infine lo trova.

Successivamente il rosa shocking diviene la sua firma cromatica. Forse il capo più iconico che realizza è la cappa Phoebus, un modello della collezione Astrologique, caratterizzato da un grande sole ricamato sul retro.

Le collezioni di Elsa Schiaparelli mettono in crisi il vocabolario”, scrive la stampa francese; eppure il mondo s’innamora delle sue creazioni, e tutti vogliono collaborare con lei, dagli intellettuali del teatro parigino alle più celebri star di Hollywood.

Prima che il suo mito possa sfiorire, Elsa Schiaparelli si ritira.

Muore nel 1973, a 83 anni, poco dopo aver ceduto il suo marchio alla famiglia Sassoli de’ Bianchi.

“Avevo un pensiero fisso in testa: salvarmi dalla monotonia della vita di salotto e dall’ipocrisia borghese. Per le mie idee d’avanguardia venivo considerata una folle”.

(Elsa Schiaparelli)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Facebook
Instagram
Pinterest
LinkedIn