Buongiorno!

Forse il nome di Charles Frederick Worth non ti dirà granché, eppure è davvero fondamentale: fu proprio lui il primo stilista della storia e inventore dell’haute couture.

Figlio della media borghesia inglese, nacque nel 1825 a Bourne, cittadina del Lincolnshire; ma ad appena 13 anni si trasferì a Londra, per lavorare come commesso presso un grande magazzino di tessuti sulla già vivace Regent Street.

Compiuti vent’anni, conscio delle sue abilità di venditore e della sua padronanza della materia tessile, si trasferì a Parigi, già capitale del ben vestire, dove trovò lavoro come assistente alle vendite nel negozio di tessuti Gagelin. Qui, come accade solo in certe commedie romantiche, incontrò la donna che gli avrebbe cambiato la vita: Marie Augustine Vernet.

Marie Vernet, oltre a diventare immediatamente la musa di Worth (che per lei iniziò a disegnare vestiti in autonomia) e successivamente anche la moglie, entra di diritto accanto al marito nei libri di storia della moda: è considerata, infatti, la prima modella ‘vivente’ di sempre. Prima di lei, gli abiti venivano mostrati ai clienti solo su dei mannequin, ovvero dei manichini inanimati.

La carriera parigina di Worth procedeva spedita: dopo 5 anni era diventato responsabile del reparto sartoria di Gagelin e, nel 1853, socio del negozio con il nuovo proprietario ed un collega altrettanto ambizioso.

Dopo alcuni anni, però, i tre avevano iniziato a non andare più tanto d’accordo.

Nel 1858 Worth decise così di mettersi in proprio e, trovato un finanziatore, aprire il suo atelier, al n.7 di rue de la Paix.

Worth realizzava abiti diversi da tutti gli altri sarti in città, era un vero artista oltreché un formidabile venditore. Ma fu grazie ad una mossa di Marie che riuscì a raggiungere il successo: la donna, che sapeva che il passaparola era la forma di pubblicità più efficace, decise di vendere a prezzo d’occasione due abiti alla principessa di Metternich, che ne indossò uno per un ballo alle Tuileries. L’abito fu notato nientemeno che dall’imperatrice Eugénie de Montijo, consorte di Napoleone III.

È facile immaginare il seguito: da quel momento, Worth divenne fornitore ufficiale dell’imperatrice e sarto di corte, nonché il preferito di tutta l’alta borghesia parigina, che al suo atelier accorreva per rifornirsi.

Gli venne l’idea di presentare le collezioni in anteprima, facendole indossare non solo da sua moglie, ma anche da altre mannequin viventi: così poteva prendere le ordinazioni in anticipo, e realizzare gli abiti più richiesti, creando di fatto sia le sfilate che la divisione della moda in stagioni. Per evitare di farsi rubare le idee, inoltre, pensò di applicare delle etichette con la sua firma all’interno degli abiti e di diffondere i cartamodelli – sempre firmati – delle sue creazioni sul mercato nazionale ed internazionale.

Ad ogni cambio di stagione faceva corrispondere un cambio di tessuti, guarnizioni, modelli; anno dopo anno portò incredibili innovazioni nel modo di vestire femminile. Per tutta la seconda metà dell’Ottocento fu il suo gusto a decretare ciò che andava di moda a Parigi e, quindi, in tutto il mondo.

Morì nel 1895. Marie Vernet, aiutata dal figlio Gaston, prese in carico l’amministrazione della House of Worth; mentre l’altro figlio, Jean-Philippe, ne raccolse l’eredità artistica. Suo il celeberrimo Peacock Dress, abito creato nel 1903 per Lady Curzon, la futura viceregina delle Indie.

La maison sopravvisse fino al 1953, quando fu acquisita dalla casa di moda francese Paquin.

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