Buongiorno!

Con questo articolo voglio inaugurare oggi una nuova rubrica del blog: Storie di Fashion. Una volta al mese ti racconterò la storia di una delle figure che hanno reso e rendono la moda qualcosa di durevole, oggetto di studio e di mostre, in alcuni casi leggenda.

Ho deciso di cominciare da una delle Signore del Made in Italy, Krizia.

Mariuccia Mandelli, classe 1925, sceglie il suo pseudonimo ispirandosi ad uno degli ultimi dialoghi di Platone: Crizia, appunto.

La carriera della stilista nata a Bergamo Alta inizia nel 1954. In quell’anno, insieme alla socia Flora Dolci e ad alcune collaboratrici, avvia un laboratorio a Milano. I mezzi sono pochi, ma la creatività è tanta. Sono gli anni del trionfo della femminilità e degli abiti sfarzosi, della gonna a ruota e delle scarpe col tacco a spillo.

Krizia ha un’idea della donna completamente diversa: dinamica, veloce, libera, pratica: in una parola, moderna. I suoi abiti esprimono questo pensiero attraverso le loro linee pulite che li rendono estremamente portabili.

Nel 1957 presenta la sua prima collezione al SAMIA, il Salone Mercato Internazionale dell’Abbigliamento di Torino, una manifestazione unica, la prima in Italia dove gli stilisti possono presentare in pubblico le proprie collezioni.

Krizia punta su una serie di abiti-frutta, semplici e con grandi stampe a tema. La notano i compratori americani e, soprattutto, Elsa Robiola, storica giornalista di moda che consacra la nascita del marchio con un articolo dai toni entusiastici.

Krizia è una forza della natura e nel 1964 organizza la sua prima sfilata autonoma a Palazzo Pitti: se Roma e Parigi sono in quegli anni le capitali dell’alta moda, Firenze è il luogo dove accadono le novità. In quell’occasione si aggiudica il premio “Critica della moda”. È la prima donna della storia a vincerlo.

Da quel momento, la sua carriera spicca il volo.

Negli anni ‘80 debutta nel mondo dei profumi con la fragranza K de Krizia e nel menswear; inaugura lo Spazio Krizia nel cuore di Milano, dove si tengono mostre, concerti, incontri con scrittori e intellettuali; viene nominata commendatore della Repubblica in compagnia di Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino Garavani e Gianfranco Ferré.

Le sue creazioni traggono ispirazione dal mondo dell’arte, da Kandinskij a Mondrian, da Calder a Burri; si basano sulla ricerca e la sperimentazione materica; vengono lavorate artigianalmente.

Marchi di fabbrica della stilista sono l’uso del plissé, le stampe con gli animali feroci, gli hot pants, i reggiseni-scultura, il bianco e nero.

Krizia muore a 90 anni, il 6 dicembre del 2015, dopo 60 anni di carriera: nel 2014 ha infatti ceduto la sua griffe alla magnate della moda cinese Zhu ChongYun.

Oggi riposa nel Famedio, il grande Pantheon ambrosiano dove sono sepolti i milanesi, di origine o di adozione, che attraverso opere e azioni hanno reso illustre la città e l’Italia.

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